THE YOMIURI SHIMBUN
“la pittura è paesaggio” ? vibrazione generata dalla fusione dei diversi.

Tendiamo a vedere in ogni figura un paesaggio. Le macchie o i graffi rimasti sul muro, le linee irregolari di una tazza da té, i disegni creati dallo smalto su di essa, ogni cosa ci sembra un paesaggio.
E’, in un certo senso, un vizio dell’uomo. Ma non ci badiamo troppo. Anche qui vedo un paesaggio: un lungo profilo di montagne, altre creste più lontane e sfocate in profondità. In primo piano si estende la superficie delle falde, molto varia e piena di dettagli.
Gli occhi si divertono soddisfatti e la mente si apre con grande libertà. Fin qui è un discorso sul software, ciò che viene suscitato dalle figure. Il resto riguarda l’hardware, ciò che evoca tali visioni.
Quel che ho di fronte a me è in realtà una lastra di ferro. Il color terra che s’estende come la superficie della montagna è una macchia di ruggine. Là dove vedevo il cielo, è coperto con più strati di carta e dipinto in acquarello. Il tatto ruvido della ruggine e la sensazione dei fogli di carta stratificati e irrigiditi, ecco tutta la “sfera tattile” di questa opera.

La lotta di due materiali completamente diversi: ferro e carta. La lotta tra colori che penetrano dallo strato superiore e quelli che emergono dallo strato inferiore. E un’altra lotta tra un fenomeno naturale, la corrosione, e il dipingere che è invece opera umana. In questa opera si avvertono lotte tra discipline diverse in corso contemporaneamente, generando un paesaggio pieno di vibrazioni che suscitano una sensazione di pace straordinaria. Qui, differenti elementi echeggiano tra loro mantenendo la loro diversità. Shuhei Matsuyama riflette: “Questo è ciò che volevo realizzare. Sognavo di esprimere la sinergia tra cose diverse, tra il duro e il soffice, tra l’occidente e l’oriente”.
L’artista ha scelto un unico titolo, “Shin-on”, sotto il quale ha realizzato tutte le sue opere in questi anni. Vive e lavora ormai da 25 anni in Italia, e rivela di essersi finalmente reso conto che il suo obiettivo è di creare l’espressione del “ki” (atmosfera, energia) .

“Nel periodo in cui iniziavo a studiare pittura a Perugia, il mio sguardo si soffermava spesso sulle macchie dei muri mentre camminavo in città. Quelle macchie mi parlavano. Mi domandavo cosa significasse. C’era un’energia che mi parlava. Anche dalle pitture arcaiche incise sulle rocce, diffuse nell’Italia settentrionale, sento emanare lo stesso tipo di energia.
Quanto alla ruggine, di essa si ha solitamente l’immagine di qualcosa di negativo, non voluto, che evoca la fine delle cose. Eppure, di fronte alla prorompente proliferazione del suo color terra, non si può non percepire l’espressione energetica, la sensazione dell’inizio di qualcosa, qualcosa che nasce di fronte a te. Mi auguro che anche le mie opere risultino come una vibrazione simile che scaturisca dal fondo del cuore. Ed è proprio questo il significato di SHIN-ON, che può rappresentare in giapponese diversi concetti di suono, o di vibrazione, a seconda degli ideogrammi da applicarvi: suono del cuore, suono della vibrazione, suono del corpo, suono della verità, e così via. Possono esserci infinite combinazioni di ideogrammi – cioè concetti – da applicarvi, ma forse quello che sto cercando è un universo che inizi d’un colpo dal nulla con un grande slancio di energia (ki).”

Accanto alla creazione artistica, Shuhei Matsuyama si cimenta da anni nella disciplina di karate ed è la cintura nera di quattro dan della scuola Shotokan, maestro che oggi allena i suoi cento allievi a Milano. All’inizio non si rendeva conto dei legami tra le due discipline, la pittura e il karate erano due mondi completamente diversi, lontani, ma dopo anni di allenamento oggi Matsuyama riconosce una certa influenza del karate sulla sua arte. Per esempio, “sun-dome”, il concetto di fermare il colpo appena un istante prima di colpire l’avversario, avrà sicuramente esercitato un’influenza sulla concentrazione energetica nel gesto con cui esegue la sua pittura.

Matsuyama è un personaggio determinato, non esita di fronte all’incertezza, ha sempre scelto di andare avanti deciso. Il suo successo è dovuto anche a questa sua intraprendenza che ha affascinato molte persone in Italia. Ha trovato un ambiente fecondo. Dice al riguardo: “In Giappone si pensa sempre al paragone con gli altri, ma qui è importante che tu sia l’unico, te stesso, punto e basta.” Per lui l’Italia è la terra di persone che cercano di maturare sé stesse col tempo, col lavoro. E’ la terra di persone “positive”.

di Kiyoshi AKUTAGAWA

Traduzione Yosuke TAKI